ANNI '80
E’ strano come le cose si colleghino nel
cuore, creino dei legami nell’istinto e diventino memoria.
Il rumore di una moto che passa nel
silenzio per me è qualcosa di inconfondibile : è il primo rumore che associo
alla mia infanzia, è il rumore dell’estate e della libertà .
Ricordo perfettamente la prima volta che
ho tremato a quel suono : ero nel mio lettino, nella casa vecchia, sveglia dopo il pisolino pomeridiano, giocavo
con i raggi del sole cercando di intrappolarli tra le mani in un cerchio
preciso, così che la luce passando in quel piccolo foro sarebbe stata perfetta
e solo mia.
C’era caldissimo e i pochi rumori che si
sentivano ovattati e lontani, descrivevano perfettamente il paesaggio giallo e
vuoto di quei pomeriggi afosi e la vita monotona di un quartiere dormitorio
degli anni 80.
Improvvisamente da lontano un rumore
irriverente, irrequieto e forte che si
avvicinava velocemente ruppe il silenzio : una moto.
Come un sasso che cade nell’acqua
increspandola sconvolgendone l’equilibrio per poi esserne assorbito, così
immaginavo questo motociclista sconvolgere lo scenario muto di questo villaggio
moderno e fermo, a riposo dopo le fatiche di una dura settimana di lavoro,
andarsene lasciando dietro di se solo una scia che si affievoliva fino ad essere
coperta di nuovo dal silenzio e dal torpore della noia.
Vedevo questo motociclista come un eroe
sconfiggere la banalità e provavo ad associarlo ai volti dei ragazzi che
gironzolano lì in torno sperando prima o poi, magari nascosta, origliando
qualche discorso dei grandi, di scoprire quale fosse l’identità nascosta sotto
il casco.
Le estati passate in quella casa sono i
ricordi più belli della mia infanzia il gelato al bar, sempre lo stesso, di
fronte a casa appena entravi potevi capire dove ti trovavi solo dall’odore
caramellato di tabacco, carte e caffè.
Le sere passate in terrazzo in braccio a
mio padre a controllare che l’orsa maggiore fosse sempre al suo posto mentre in
tv passava festival bar.
Mi sentivo leggera e forte credevo che
la vita fosse in quella strada e che se il male era rappresentato da quel
motociclista bè allora era proprio un gioco.
Ora non finirò descrivendo tutto quello
che non sapevo e non potevo capire perché sta passando una moto ed è di nuovo
estate.